La "piazzetta della sprite", patria delle enoteche di Bari: «Qui dove impera la Peroni»
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lunedì 10 aprile 2017
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di Marianna Colasanto - foto Antonio Caradonna
Qui infatti a pochi metri di distanza l’uno dall’altro sorgono tre storici rivenditori di alcolici attivi sin dagli anni 70 e 80. Si tratta di posti nati come “cantine”, ovvero luoghi dove si acquistava vino sfuso, che hanno poi allargato la loro offerta a qualsiasi tipo di bevanda. La loro presenza è così preponderante che la piazzetta (sui cui è presente persino un bar notturno) è universalmente nota come quella “della sprite”.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
“Sprite” è il soprannome dell’Enoteca Mancini che si trova in viale Concilio Vaticano II e si affaccia proprio sul giardino. L'appellativo deriva dal fatto che l'attività aprì nel 1970 con un'insegna caratterizzata dallo sponsor della nota bibita gassata: un cartello che è rimasto al suo posto per anni, identificando non solo il locale ma tutta la piazza.
«Qui impera la Peroni: l'azienda dovrebbe erigere una statua in onore di queste enoteche – ci dice il 35enne Michele, gestore dell’edicola presente sul giardino -. In tutta Bari su questa piazza c’è la maggiore concentrazione di bevitori: ci sono i beoni che già dalle 11.30 di mattina cominciano a “sorseggiare” accompagnando la birra con la carne cruda presa dalla macelleria. Negli anni 90 però il luogo era nel bene e nel male più vivo: c’era chi giocava a pallone, chi si dava appuntamento qui per iniziare la serata e anche chi si bucava, cosa che dopo l’arrivo dell’illuminazione è fortunatamente scomparsa. Ora questo è un posto tranquillo, anche troppo».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Non ci resta ora che iniziare il nostro giro tra le enoteche (vedi foto galleria). E’ proprio la Mancini la prima che andiamo a visitare. Ad accoglierci tra una marea di ordinate bottiglie di birra e vino è il 55enne proprietario Silvio Mancini.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Ho ereditato il negozio da mio padre Tommaso che l’aprì ben 47 anni fa – ci dice Silvio -. In questi anni ne abbiamo viste tante, anche se devo ammettere che non si lavora più come una volta: sembra strano ma rispetto a prima i giovanissimi di oggi escono di meno e bevono di meno. Probabilmente sono troppo presi dagli smartphone. Un vero peccato, visto che davanti a una birra sarebbe molto più facile fare amicizie. Fino a un decennio fa infatti la piazza era viva anche di notte, ora dopo le 23 sembra scatti il coprifuoco».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Di contro però la folta schiera di habituè adulti rimane immutata. Uno di questi è il 66enne Michele. «Questo non è un semplice negozio - sottolinea il signore - ma un vero e proprio punto di ritrovo. Certo, un bicchiere di vino si può bere anche a casa, ma farlo qui è meglio: le persone che trovi sono sempre le stesse e basta qualche giorno per diventare compagni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
Ci spostiamo ora dall'altra parte della piazzetta, sul prolungamento di viale Concilio Vaticano II. Nascosta dietro due muretti e un piccolo atrio troviamo l'enoteca Valerio. Fondata nel 1983, viene gestita dalla 60enne Francesca. Lo spazio in cui lavora è angusto a causa della presenza di più frigoriferi e mensole traboccanti di bottiglie posizionate vicino al soffitto.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Vendo tantissime Peroni per via del loro prezzo contenuto - ci dice la padrona mentre posa sul bancone un libro che stava leggendo -. Di solito gli avventori del mio esercizio sono soprattutto famiglie, ma non mancano i ragazzi, soprattutto la sera. Sono comunque lontani i tempi in cui rimanevamo aperti fino a notte fonda: prolungavamo l'orario soprattutto per placare la sete degli ultras del Bari che fino a qualche anno fa avevano la sede di fronte a noi. All’epoca il locale era tirato avanti da mio marito, scomparso 10 anni fa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
La chiacchierata si interrompe all'arrivo di un "fedelissimo" di Francesca. «Vengo qui ogni giorno appena termino il mio turno di lavoro - afferma il signore - e l'acquisto che faccio è sempre il medesimo: una bella birra fresca». La marca della bottiglia, ovviamente, è sempre la stessa.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L'ultima fermata del nostro tour è alle spalle dello spaccio della signora Valerio: si tratta dell'enoteca (o "birroteca" come recita l'insegna) Spirit, ubicata in via Lioce, strada parallela intitolata a un personaggio mai esistito. L'ingresso, "protetto" da una sgargiante tenda da sole gialla, è stretto tra due vetrine straripanti di vini e liquori. Dentro spicca il marmo bianco e nero del pavimento, mentre dal soffitto penzolano fantasiosi gadget recuperati dai fornitori di alcolici.Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Questo punto vendita fu aperto nel 1974 da mia madre - ricorda il proprietario 52enne Emanuele Mesto - per smerciare casse d'acqua e damigiane di vino sfuso. Dieci anni dopo cominciai a gestirlo io, conferendogli una "veste" da pub: iniziai infatti a servire birre, cicchetti e cocktail d’asporto, una novità per l'epoca. Il periodo d'oro è stato sicuramente quello degli anni 90 quando via Lioce di sera era un "tappeto" di persone, ma anche oggi c'è un bel viavai grazie ai tanti giovani musicisti che provano nei box dell’autosilo di fronte».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
L’atmosfera è tipicamente giovanile ma non mancano gli acquirenti più grandi, soprattutto quelli che allo Spirit ci sono "cresciuti". «Frequento il locale sin da quando ero ragazzo – ci dice il 50enne Antonio - solo che ora ho cambiato gli orari. Arrivo assieme agli altri padri di famiglia intorno alle sette di sera, per ritornare a casa alle nove. E’ un modo per scambiare due chiacchiere con gli amici e non andare in tilt: ho un lavoro molto impegnativo che mi porta ad alzarmi alle 4 di mattina. Poi quando io me ne vado arrivano i “nostri figli”, i giovani che si trattengono fino a tardi. Vengo qui da trent’anni e ho visto passare tutte le generazioni».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
«Perché è questo il segreto di queste enoteche – conclude il 29enne Alex - . Qui si trova gente di tutte le età che agisce in modo informale e libero. C’è chi viene in giacca e cravatta e chi in bermuda: nessuno viene giudicato per il proprio look, a differenza di ciò che avviene ad esempio nei locali del centro. E anche se a volte si alza un po’ troppo il gomito il clima resta gioviale. E’ sempre una festa».Notizia di proprietà della testata giornalistica © Barinedita (vietata la riproduzione)
(Vedi galleria fotografica)
© RIPRODUZIONE RISERVATA Barinedita
Scritto da
Marianna Colasanto
Marianna Colasanto
Foto di
Antonio Caradonna
Antonio Caradonna